Gli Archivi Autoriali
Gli Archivi Autoriali come complementi e correlati dei nostri Strumenti di Studio
L’Istituto dedica parte della propria attività alla ricerca e all’acquisizione delle risorse d’archivio indispensabili per realizzare gli Strumenti di Studio della Narrazione Artistica che valorizzano, a scopo educativo e formativo, quelle stesse risorse.
Le risorse analogiche, una volta acquisite, vengono digitalizzate, editate (spesso hanno bisogno di essere restaurate), memorizzate su dischi scrivibili in formati adatti per diversi usi, e infine trasferite anche online su server idonei per la fruizione a distanza sia da parte nostra (dei nostri collaboratori e apprendisti, nelle Botteghe di Progettazione e Sviluppo degli Strumenti di Studio) sia da parte dei nostri utenti (che possono esplorarne le correlazioni attraverso i nostri strumenti di Studio che le linkano). Quelle già acquisite in formato digitale vengono separate dagli eventuali supporti (quando non provengono dalla Rete ma da disco) e convertite in formati editabili, per essere impaginate, e linkabili, per essere trasferite online come documenti correlabili dai nostri Sistemi e Sentieri con cui offriamo i servizi educativi e formativi ai nostri utenti.
La ricerca e l’acquisizione delle risorse di Archivio relative agli autori di cui ci occupiamo non è lo scopo principale della nostra attività; è piuttosto un mezzo per realizzare i nostri servizi e prodotti. Noi ci occupiamo anche della creazione di archivi digitali perché ancora la maggior parte delle risorse artistiche necessarie per realizzare i nostri Strumenti di Studio, e per consentire quindi agli utenti di indagare l’architettura e le correlazioni degli oggetti di studio, non è accessibile e linkabile on-line.
Noi abbiamo bisogno di molte risorse artistiche e scientifiche sia per creare i nostri Cicli di Lezioni, Sentieri Esplorativi, e Sistemi di Studio Reticolare, sia per dare ai nostri utenti la possibilità di accedere ai «correlati» dei nostri «strumenti cognitivi».
Per la stessa ragione ci occupiamo, quando lo riteniamo necessario, di realizzare nuove «versioni reticolari» dei «classici» che prendiamo in esame, per favorirne la fruizione qualora questa sia complicata anziché agevolata dalle edizioni esistenti.
Attraverso le nostre edizioni reticolari cerchiamo di restituire a quei capolavori la medesima forma voluta dagli autori, in modo da non ridurne la complessità e raffinatezza. Così, nel caso dei racconti per l’infanzia, spesso ricostruiamo le impaginazioni di testi meravigliosi che da tempo – nelle nuove edizioni – sono stati privati delle illustrazioni pensate dall’autore e realizzate da lui stesso o da suoi collaboratori; altre volte ritraduciamo testi maltrattati da inadeguate traduzioni nella nostra lingua.
Quando ci viene voglia di restaurare e ripubblicare opere che hanno perso parte delle loro qualità per l’incuria degli editori, con l’occasione creiamo anche edizioni «multimediali», correlando testi letterari e drammaturgici a audioletture e interpretazioni sceniche per aiutare ai lettori a comprenderne meglio il senso.
Ancora la maggior parte dei classici della nostra tradizione umanistica è legata a edizioni analogiche spesso non più ristampate, che vengono sostituite da altre riduttive e inadeguate. Fa eccezione la musica, i cui titoli sono per lo più già disponibili in versioni digitali online, restaurate e accessibili traccia per traccia con un indirizzo assoluto di rete, e persino disponibili per la fruizione illimitata all’interno di abbonamenti offerti dai grandi Distributori (le “Piattaforme”) di contenuti digitali.
Per tutto il resto sono poche le realtà online che agevolano attività educative e formative come quella che svolgiamo noi. Tra queste:
– il “Progetto Gutenberg” e – in Italia – il “Progetto Manuzio”, che pubblicano online i capolavori letterari entrati nel pubblico dominio rendendoli raggiungibili paragrafo per paragrafo con «ancore» poste nell’edizione on-line;
– la “Piattaforma Youtube” che consente di rendere tutti i video pubblicati raggiungibili dall’esterno, frame by frame, grazie a “timestamp” generati per ogni video dalla stessa Piattaforma. In questo modo possono essere linkate precise sequenze sia di quei pochi film considerati liberi dai diritti d’autore e quindi resi disponibili dai canali degli utenti (anche dal nostro) sia di quei tanti film disponibili nel vasto Catalogo per noleggio/acquisto on demand offerto dalla Piattaforma;
– la Piattaforma “Internet Archive” che si adopera per rendere accessibili in versioni digitali tutti i testi non vincolati a restrizioni, per i quali altrimenti ci si dovrebbe affidare alla ricerca di risorse in biblioteche e librerie antiquarie;
– I grandi Musei che sempre più spesso rendono disponibili le proprie collezioni, anche in alta risoluzione, offrendo indirizzi assoluti per poterli consultare e linkare dagli studi e dalle pubblicazioni degli utenti;
– I pochi Fondi autoriali e le Biblioteche più lungimiranti che offrono i propri documenti in una versione digitale spesso degradata ma comunque adeguata allo studio e alla fruizione a distanza per tutti gli utenti che non possono frequentare quei recandovisi fisicamente.
Sia pure con lentezza, iniziano finalmente a comparire edizioni digitali accurate anche nei canali on-line dei grandi Distributori di Contenuti online, anche se molti Editori ancora frenano anziché incoraggiare le versioni ebook dei loro libri (come quelle per Kindle) che pure loro stessi potrebbero ricavare senza sforzo dagli impaginati pdf che possiedono per la stampa dei libri.
Purtroppo la rivoluzione digitale sia nel campo artistico che in quello educativo è tutt’altro che completata come ci rammenta il progetto inattuato del nostro Maestro Theodor Nelson; e la «distribuzione digitale online di ogni tipo di contenuto» attraverso Piattaforme come quelle per la musica – cioè per abbonamento e non limitate alle sole novità – è ancora un sogno di cui non riusciamo a prevedere i tempi di attuazione.
Perciò siamo indotti a ricreare noi stessi appositi «archivi digitali on-line» ogni volta che decidiamo di dedicare i nostri sforzi ad opere straordinarie di grandi umanisti, dimenticati e ignorati sia tanto da chi preferisce arricchirsi con la Cultura di Massa quanto da chi non li trova abbastanza strumentalizzabili per farne mezzi di indottrinamento pedagogico e ideologico.
Così siamo stati costretti, anzitutto per noi stessi, a raccogliere documenti rarissimi e purtroppo costosissimi in quanto non più ristampati o stampati solo in costose edizioni a tiratura limitata o ancora offerti a prezzi inaccessibili da libreria antiquarie, da case d’asta, e da quanti sfruttano la richiesta dei pochi interessati e senza alternative, per trarne profitto.
Pur non essendo dei collezionisti, dobbiamo tuttavia investire la maggior parte delle nostre risorse economiche – quelle provenienti da noi stessi e da qualche sostenitore, non godendo di finanziamenti istituzionali – per poter acquisire tali risorse. A volte, raramente, la fortuna ci aiuta, quando qualche illuminato depositario di preziose risorse artistiche ce le affida temporaneamente – affinché ne possiamo trarre una versione digitale per uso educational – prima di venderle come reperti di inestimabile valore feticistico a collezionisti privati che li conserveranno tra i loro tesori sepolti, o a biblioteche che li classificheranno e li archivieranno tra i “documenti riservati” a futura memoria.
Per essere più precisi, non c’è nessun archivio che abbiamo potuto creare interamente grazie a una donazione di illuminati detentori dei materiali e dei relativi diritti. In tutti i casi abbiamo dovuto ricercare in tutto il mondo i pezzi dei «puzzle» mancanti, indagare e ottenere a caro prezzo copie di documenti rarissimi collocati in luoghi molto distanti tra loro o detenuti da speculatori che ci hanno fatto indebitare per ottenerli. Nella maggior parte dei casi abbiamo cercato di acquisire non i documenti analogici originali (inutili ai nostri scopi) ma copie digitali per implementare i nostri Archivi Autoriali, in tal modo senza dover neppure poi digitalizzare i documenti raccolti. Ma in molti casi siamo stati costretti ad acquistare le edizioni analogiche per farne noi dei documenti digitali. Inoltre, nel tempo, soprattutto per quanto riguarda i documenti audiovisivi relativi agli autori di cui ci occupiamo, siamo riusciti ad acquisire nuove copie di migliore qualità sia per poter condurre uno studio più accurato delle loro opere, sia per poter offrire ai nostri utenti una migliore fruizione degli estratti da esse ricavati e correlati ai nostri Sentieri e Sistemi.
Gli archivi che abbiamo creato e su cui noi lavoriamo sono disponibili interamente solo per i nostri collaboratori, per dare loro la possibilità di studiare documenti altrimenti irreperibili, o reperibili a costi proibitivi per loro stessi. Naturalmente ciascuno dei collaboratori che ha acceso ai nostri archivi è strettamente tenuto a non farne copie personali e a non utilizzare tali materiali per altri scopi se non quello di contribuire alla realizzazione dei nostri prodotti e servizi non profit per il mondo Educational.
I nostri archivi sono accessibili ai collaboratori in tre modalità:
– analogica, cioè sono accessibili solo presso la nostra Bibliomediateca fisica,
– digitale offline, cioè sono accessibili su dischi rigidi o allo stato solido, presso il nostro Laboratorio fisico o da remoto,
– digitale online, cioè sono accessibili sui nostri server, per consultazione diretta a distanza, mediante proprie credenziali.
Gli archivi off line, analogici e digitali, sono conservati presso il nostro Laboratorio di ricerca, nella nostra Bibliomediateca fisica su diversi supporti, da quelli originali in cui li abbiamo acquisiti (stampe fotografiche, libri cartacei, cd audio, cdrom, dvd, bluray) a quelli in cui li memorizziamo (una serie di HD molto capienti in cui classifichiamo e suddividiamo le risorse in relazione a ciascuna “Bottega”) ma al momento solo parte di essi sono già stati digitalizzati o convertiti in formati digitali editabili, e quindi rieditati, restaurati impaginati per renderli disponibili ai nostri collaboratori (per lo studio e per la costruzione degli Strumenti di Fruizione e Studio Reticolare) e ai nostri allievi (correlati parzialmente agli Strumenti di Studio che trovano nella nostra Scuola).
L’obiettivo a cui noi lavoriamo da anni è quello di arrivare a realizzare un grande «archivio di archivi digitali online», composto da tutte le risorse da noi raccolte, e perciò perfettamente speculare a quello offline, che per ora è molto più vasto.
Con tutti gli archivi stiamo organizzando una grande BiblioMediateca Digitale Umanistica, fruibile completamente online, a cui almeno i nostri collaboratori possano attingere a distanza, sia per poter consultare le opere dei nostri maestri e ricavare da esse i loro insegnamenti, sia per poter estrarre da esse gli indirizzi e i segmenti necessari per creare «correlazioni virtuali» interne ed esterne ai nostri Strumenti di Studio, in modo che i link si possano attivare anche qualora non siano «più o ancora» disponibili i «correlati» in archivi esterni ai nostri.
Ovviamente ci piacerebbe che la nostra BiblioMediateca diventasse direttamente e integralmente accessibile anche ai nostri utenti. Ma perché questo prima poi possa accadere occorrere che un Ente illuminato la renda pubblica, e quindi accessibile «anche» ai nostri utenti.
Ora, in tutti i casi in cui, attraverso i nostri servizi, proponiamo lo studio integrale di un’opera d’arte creata da un autore, presumiamo e consideriamo obbligatorio che i nostri utenti, nell’accettare di servirsi dei nostri strumenti di studio, dichiarino di possedere regolari copie e licenza d’uso degli oggetti di studio di cui proponiamo una fruizione integrale, sia pure reticolare e per frammenti degradati.
Il nostro lavoro, infatti, non vuole sostituire quello degli Editori, ma anzi vuole promuoverlo. Soprattutto noi vogliamo far conoscere (sia attraverso il nostro Magazine sia attraverso i nostri strumenti formativi) quelle vere «imprese» editoriali che compiono coloro che si impegnano nel ristampare, restaurare, distribuire prodotti di valore artistico. Noi consideriamo quelle operazioni editoriali una premessa indispensabile e un complemento del nostro lavoro, in quanto, attraverso di esso, ci proponiamo di far apprezzare quei capolavori in edizioni adeguate, e di far ricavare gli innumerevoli insegnamenti in essi racchiusi. Perciò promuoviamo volentieri, attraverso tutti i nostri canali, ogni nobile progetto editoriale; e consideriamo nostri partner ideali tutti coloro che investono in attività di recupero e riedizione dei «classici».
Tutti i nostri progetti sono rivolti al passato e al futuro, per far uscire dall’oblio quelle opere che, con le loro soluzioni autoriali, possono nutrire la mente dei nostri utenti e offrire loro gli insegnamenti necessari per apprendere come si creano e come funzionano i classici.
Non è facile trovare nel mondo contemporaneo prodotti che possiedano qualità artistiche e che possano aspirare a diventare dei nuovi classici; tuttavia, quando li troviamo, ce ne occupiamo con lo stesso interesse che nutriamo per i capolavori del passato; ma ci rivolgiamo più volentieri ai capolavori della tradizione umanistica anche per non incappare in problemi di diritti da parte di chi – anziché promuovere e favorire lo studio di opere di autori contemporanei che potrebbero ambire a diventare dei classici – vuole sfruttarne il più possibile la distribuzione commerciale attraverso ogni canale di vendita.
Purtroppo, per quanto riguarda alcune forme d’arte, è particolarmente difficile anche per noi occuparcene senza suscitare apprensione e ostilità da parte di chi ne possiede ancora i diritti. Per quanto riguarda il cinema, almeno nel nostro Paese, l’attuale legge riguardante il diritto d’autore vieta di considerare liberamente fruibili tutti i film realizzati fino a che non siano passati settanta anni dalla morte dell’ultimo coautore sopravvissuto (che nel caso del cinema “è considerato coautore il regista principale; l’autore della sceneggiatura; l’autore dei dialoghi; e il compositore di musica appositamente creata per l’uso nel film o nell’opera audiovisiva”).
Anche per quanto riguarda il Teatro di Prosa e il Teatro Musicale i problemi non mancano. Non solo entrambi sono poco e male documentati, ma anche le poche documentazioni audiovisive disponibili relative a grandi messe in scena (inclusi i pochissimi «film-opera”) sono tutte ben lontane dall’entrare nel pubblico dominio, anche se spesso non sono più ristampate su supporto DVD o Bluray, per supposta scarsità di acquirenti. Così anche in questi casi abbiamo dovuto investire le nostre scarse risorse per acquistare copie in dvd o bluray prima che sparissero dal mercato; o abbiamo dovuto rivolgerci ai collezionisti per ottenere copie di registrazioni televisive o di documenti di lavoro dalle produzioni sceniche, in modo da poter linkare, dall’interno dei nostri studi (in forma ipermediale) sui progetti drammaturgici e compositivi, gli estratti di adeguate messe in scena relativi alle scene esaminate e correlate.
A noi fa piacere valorizzare, con il nostro lavoro, quello di quanti, nel mondo contemporaneo, rendono ancora reali omaggi ai classici, mettendoli in scena con produzioni rispettose e intelligenti. E siamo sempre alla ricerca di documentazioni audiovisive di nuove messe in scena che ci consentano di visualizzare i progetti autoriali sia di chi ha creato quelle opere immortali sia di chi ne ha curato indimenticabili regie e direzioni orchestrali.
In questa situazione di transizione, che speriamo non si sclerotizzi, per studiare un film di Lubitsch o la messa in scena che Jean-Pierre Ponnelle ha realizzato da un’opera di Mozart o di Rossini, occorre ancora procurarsi e consultare un disco DVD o Blu-ray, sperando di trovarne ancora una copia disponibile sul Mercato dei Contenuti su Supporto in via di estinzione, o di ritrovarlo ancora visibile sul supporto deperibile e a scadenza che si è acquistato e conservato con cura nella propria videoteca.
Infatti le edizioni on-line in streaming (fruibili in abbonamento o on demand) mancano quasi del tutto per i classici del cinema o del teatro di prosa e musicale. E nei rari casi in cui qualcuno di essi risulta accidentalmente disponibile nel catalogo di una Piattaforma, probabilmente non sarà linkabile dall’esterno ad ogni sua articolazione (ad eccezione dei video pubblicati su Youtube) e probabilmente non rimarrà disponibile permanentemente in modo che si possa contare su un indirizzo fisso per puntarvi da qualunque studio si voglia realizzare su di esso (come invece è possibile per le opere pubblicate online sui Siti istituzionali dei grandi Musei).
Anche la legislazione riguardante le opere in versioni digitali pubblicate su supporto magnetico/ottico non aiuta chi, come noi, ha bisogno di quei Contenuti per studiarli, per farne oggetto di lezioni formative e per renderli linkabili dai nostri Strumenti di Studio. Anzi, la legislazione corrente, che evidentemente non considera l’«educational» come un’esigenza prioritaria di un Paese civile, contribuisce ad alimentare il paradosso che stiamo vivendo. A differenza della musica (anche quando distribuita su supporto insieme alla versione online), per quanto riguarda il cinema e il teatro di prosa o musicale, sono considerati «oggetto» della vendita e della fruizione (chiusa) i «supporti», deperibili e a scadenza, piuttosto che i documenti digitali audiovisivi in essi contenuti; e addirittura è considerato un atto di “pirateria” l’estrazione di quei contenuti da parte di chi ne ha regolarmente acquistato il diritto d’uso, per farne un backup personale, una copia su dischi meno deperibili (e sostituibili) o su server per garantire almeno a se stesso una fruizione duratura e ovunque di quegli spettacoli.
Per quanto riguarda i testi letterari, almeno quelli più recenti sono sempre più disponibili in versione digitale ebook (ma venduta separatamente da quella cartacea come opzione non sempre più economica e accattivante). Tuttavia, nonostante siano stati slegati dai supporti (gli ebook non vengono più publicati su disco dopo la prima fallimentare ondata dell’Editoria Elettronica su Floppy e CdRom) e nonostante siano stati persino slegati dai dispositivi di lettura (oggi un ebook in formato universale “epub” o in altri formati proprietari può essere letto su uno smartphone, su un tablet, su computer utilizzando una semplice «app» per la fruizione di ebook in ogni formato) sono pensati e realizzati come oggetti chiusi, non linkabili dall’esterno, così che ad essi non possono essere collegati saggi esterni o studi sistematici come i nostri, che non possono nemmeno rinviare a una pagina e a un paragrafo dal momento che l’epub – a differenza dei documenti in formato pdf – adotta un formato “responsive” che modifica le pagine in relazione al dispositivo e alla dimensione delle font scelta dal lettore. A causa di ciò siamo costretti, come per i video ancora legati a supporti (dvd e bluray) inaccessibili dall’esterno (almeno dei vecchi cd audio potevano essere linkate le tracce dall’esterno), a estrarre i contenuti e a ricreare edizioni linkabili paragrafo per paragrafo inserendo semplici ancore e con l’occasione restituendo ad essi le impaginazioni originali pensate dagli autori. Tutto questo, ovviamente non per rimetterli in circolazioni in edizioni aperte, ma per fare in modo che i contenuti raccolti nella nostra Bibliomediateca – esclusivamente per un uso educativo e formativo – possano essere linkati dall’esterno dagli Strumenti di studio che offriamo agli allievi della nostra Scuola per un’esperienza integrata di studio e lettura.
La nostra Bibliomediateca, che raccoglie tutto quanto è stato realizzato e distribuito riguardo ad alcuni grandi autori, può offrire infatti, ai nostri collaboratori e studenti, un’ampia e analitica consultazione di capolavori dell’arte narrativa in ogni forma espressiva, mentre la sua progressiva clonazione online favorisce la progettazione e la realizzazione dei Sistemi di Studio che ne linkano ogni risorsa.
Per quanto riguarda invece i prodotti e i servizi da noi realizzati – i nostri Strumenti di Studio – adottiamo da anni la soluzione di offrire alla fruizione dei nostri allievi solo le articolazioni pertinenti (estratte da edizioni almeno accettabili) relative alle scene prese esame e correlate dai nostri Sentieri Esplorativi e Sistemi d Studio reticolare (questo in tutti casi in cui i contenuti non siano ancora stati resi disponibili on-line da parte dei regolari aventi diritto). I nostri Strumenti di Studio linkano le sole parti delle opere prese in esame e correlate evitandone così la lettura lineare e completa che entrerebbe in competizione (secondo una visone miope dell’educational) con la distribuzione e fruizione lineare completa e non correlabile degli stessi contenuti. Inoltre nei nostri Strumenti di studio noi indichiamo le più accurate edizioni esistenti e indichiamo anche i luoghi dove possano essere reperite copie integrali e acquistate regolarmente per una fruizione completa e di maggior qualità. Vi ricordiamo ancora una volta che la nostra attività promuove indirettamente oltre direttamente il lavoro di chi distribuisce prodotti di qualità e non intende sostituirsi ad esso. Chi, come noi, svolge un servizio educational, ha tra i suoi scopi proprio quello di favorire la conoscenza delle opere di cui si occupa, facendole apprezzare e amare agli utenti e sollecitandoli alla fruizione nei luoghi, nelle versioni e nelle edizioni migliori per una adeguata fruizione; pertanto auspichiamo di essere protetti, non ostacolati e osteggiati da coloro che distribuiscono quei contenuti. Noi vogliamo sperare che rispettino e favoriscano l’educational, anche perché, proprio grazie al nostro lavoro educativo e formativo, riusciamo a far venir voglia di fruire e di acquisire le loro edizioni di quelle opere immortali.
La prospettiva su cui lavoriamo è quella che prevede, in un futuro remoto o ipotetico, la disponibilità di qualunque titolo, qualunque opera d’arte permanentemente fruibile on-line, in streaming, on demand o in abbonamento, alle condizioni che gli editori, i distributori, gli autori e gli aventi diritto avranno stabilito.
Speriamo di riuscire a veder nascere per ogni contenuto che possieda qualità artistiche un servizio simile a quello che offrono già i grandi Distributori di contenuti digitali musicali: un servizio «unlimited» – più che «on demand» per ogni singolo titolo – che consenta agli abbonati di accedere a qualunque contenuto o parte di esso, e a noi – che costruiamo Strumenti di studio – di poter creare «collegamenti virtuali» alle articolazioni dei Contenuti presenti sulla Piattaforma; cioè link attivabili solo da parte di coloro che, oltre ad iscriversi al «nostro» servizio, abbiano fatto abbonamenti al «loro» servizio (quelle Piattaforme) per poter accedere a quelle opere o alle parti di parti di esse che costituiscono anche i necessari complementi, i «correlati esterni» dei nostri Sistemi di studio. In un futuro non troppo lontano noi speriamo di poter prevedere solo «collegamenti virtuali a risorse esterne» ai nostri Sentieri e Sistemi, senza più dover rendere disponibili noi stessi quelle risorse, in assenza di «indirizzi online» dove poterle fruire.
Occorre dare a Cesare quel che è di Cesare. Il nostro servizio, che al momento è accessibile semplicemente contribuendo alle spese che noi sosteniamo per i nostri allievi, in futuro verrà ricompensato con una forma di abbonamento – sempre a condizioni non profit – per tutti coloro che vorranno iscriversi alla nostra Scuola di Narrazione Artistica.
I compensi che chiederemo, in ogni caso riguarderanno solo il nostro lavoro intellettuale, scientifico e didattico, cioè quello che noi siamo in grado di insegnare riguardo a oggetti esterni di cui non possediamo i diritti ma di cui anzi vogliamo promuovere e favorire la fruizione e lo studio, aiutando in questo modo chi ha investito nell’editare, restaurarle e digitalizzare e pubblicare quelle opere e chi ne detiene i diritti.
In questa prospettiva vogliamo sperare che le leggi sul diritto d’autore e le leggi sul diritto educational di far conoscere e insegnare l’arte in ogni sua forma tutelino e aiutino sempre di più chi svolge il nostro lavoro. Perciò ci auguriamo che quegli autori classici su cui noi lavoriamo possano divenire tutti disponibili, per sempre e senza intralci, nel cosiddetto “pubblico dominio”, in modo che il costo per apprendere quello che noi insegniamo, e per poter fruire quello di cui parliamo, sia sempre più limitato al solo tempo che dovranno investire le persone che vorranno studiare per diventare nuovi studiosi autori e didatti. E speriamo che i nostri allievi non debbano pagare a caro prezzo – come capita a noi fin troppo spesso – la possibilità di studiare su oggetti reperibili solo nel mercato dell’antiquariato, dalle mani di chi specula per farli conoscere, di chi se ne appropria e li conserva senza ristamparli per poter imporre le proprie condizioni proibitive a chi vuole fruirli (come ad esempio iscriversi alla propria Università che li conserva in esclusiva nei propri archi, come dover viaggiare da un punto all’altro del mondo per poterli vedere su appuntamento preso qualche Biblioteca pubblica o privata, come dover sborsare una somma astronomica per poter acquisire da un antiquario una copia originale mai più ristampata).
Con questo non stiamo dicendo che il sapere non vada meritato e che la sete di conoscenza non richieda sacrifici, ma che la speculazione su documenti di valore artistico – che come tali dovrebbero essere considerati patrimonio dell’umanità – dovrebbe essere combattuta rendendoli tutti accessibili a condizioni favorevoli per chi vuole studiarli e imparare da essi come diventare un uomo rispettabile e un umanista in grado di raccogliere e sviluppare l’eredità di insegnamenti in essi racchiusa.
Noi, come più volte abbiamo spiegato in questo Portale, siamo convinti che la formazione umanistica – artistica, scientifica, tecnologica – sia un diritto universale che vada tutelato; e di conseguenza vada agevolato sia lo studio che l’accesso alle risorse relative.
A quanti già collaborano con noi, e a quanti hanno intenzione di formarsi, con il nostro aiuto, anche per collaborare con noi, e per imparare a fare quello che noi sappiamo fare e facciamo con grandi sacrifici, farà piacere conoscere la quantità e qualità delle risorse documentali che abbiamo raccolto fino ad oggi e che ancora stiamo raccogliendo al solo scopo di favorire la formazione dei nostri collaboratori e lo studio dei nostri allievi.
Cercheremo, da queste pagine e da quelle della nostra Bibliomediateca, di darvi un’idea delle risorse già raccolte e di quelle che non abbiamo ancora trovato, ma stiamo cercando, per realizzare nuovi progetti o per completare alcuni che sono in corso di sviluppo. Speriamo che anche voi vogliate aiutarci in questa ricerca.
L’articolazione dei nostri Archivi
Tra i Fondi che custodiamo, digitalizziamo, editiamo, e mettiamo a disposizione dei nostri collaboratori, c’è anzitutto il fondo Rossellini, che è un Fondo particolare perché non è un archivio di cinema, come molti si aspetterebbero, ma è soprattutto un archivio umanistico. Come potete apprendere nella sezione del Portale dedicata ai nostri maestri, il cinema per Roberto Rossellini era «solo» uno strumento per raccontare, o meglio per far venir voglia di conoscere quanto racchiuso in opere scientifiche e artistiche esterne all’opera dello stesso Rossellini. Il suo cinema doveva essere un «collante», uno strumento per costruire «ponti» tra opere, ricerche, progetti di tanti umanisti di cui lui pensava di essere un umile erede, depositario e correlatore del loro sapere. Perciò, oltre agli studi, ai progetti, alle sceneggiature e ai film Rossellini, l’archivio comprende le opere su cui lo stesso Rossellini e i suoi sceneggiatori studiavano: libri e documenti annotati che contengono i legami virtuali tra di essi, dal momento che il grande progetto di «Polienciclopedia dei saperi della Tradizione Umanistica» immaginato da Rossellini prevedeva la possibilità di «aiutare i potenziali utenti a viaggiare» tra i laboratori di ricerca e ideazione dei grandi umanisti di ogni tempo e luogo. Tra gli scaffali materiali e virtuali dell’archivio Rossellini e della sua ricostruita biblioteca ideale potrete trovare, ad esempio, una raccolta di documenti francescani, una raccolta di documenti dei grandi viaggiatori del Gran Tour, una raccolta di documenti relativi ai grandi Enciclopedisti, agli artisti polivalenti, agli studiosi e artisti delle botteghe medievali e rinascimentali.
Attraverso questo Archivio abbiamo voluto documentare non solo l’opera del grande regista Roberto Rossellini, ma anche quella di tutti quei grandi umanisti di cui egli voleva essere un cantore attraverso i mezzi audiovisivi e non solo, per far conoscere non tanto i singoli autori e loro opere, ma soprattutto le relazioni tra i laboratori di ricerca di umanisti del passato e del presente, peraltro coinvolgendo direttamente nel suo progetto anche altri umanisti a lui coevi, scienziati soprattutto, che avrebbero potuto contribuire a tessere una rete di relazioni tra le ricerche e i progetti di scienziati e di narratori, mostrando come la scienza sia il miglior modo per studiare l’arte e l’arte sia il miglior modo per raccontare ciò che la scienza permette di capire riguardo l’animo umano.
Abbiamo potuto ricostruire il progetto di Rossellini correlando quel mosaico, di testi e metatesti da lui raccolti e prodotti, che ci è giunto soprattutto nella forma di scritti e libri annotati che contengono collegamenti ad altri libri o ad opere sia scientifiche che letterarie lette dallo stesso Rossellini, da lui studiate, annotate e fornite ai suoi sceneggiatori-filosofi affinché ne traessero percorsi narrativi in cui egli intendeva far parlare i suoi personaggi con la voce (la mente) di scienziati e di artisti.
L’archivio raccoglie anche lettere dello stesso Roberto Rossellini, sceneggiature, ma soprattutto testi scientifici e artistici di quegli autori che lui considerava le voci esplicite o implicite da far dialogare attraverso personaggi e storie esemplari che li rappresentassero (non sempre esplicitamente) in una «polienciclopedia umanistica». Roberto Rossellini aveva capito che non sarebbe passato molto tempo prima che le nuove generazioni non avrebbero saputo neppure chi fossero i grandi Maestri della tradizione umanistica. Temeva che le nuove generazioni non avrebbero saputo come apprendere gli insegnamenti di quei Maestri che, attraverso le loro botteghe, per secoli avevano tramandato i loro insegnamenti. Sapeva – perché in fondo lui stesso non era riuscito a farlo – che gli stessi scienziati e artisti con cui dialogava in vita non stavano lasciando alle generazioni future una Bottega in cui apprendere e praticare gli insegnamenti di quei potenziali maestri. Lui stesso si era dovuto formare studiando l’opera di grandi artisti e scienziati perché gli umanisti delle ultime generazioni non avevano più voluto dedicarsi a formare nuove generazioni di umanisti. Sapeva che nella prima metà del secolo scorso, cone le due guerre mondiali, si era creata una frattura insanabile, per cui il legame con la Tradizione Umanistica si era rotto in nome di una esaltazione del mondo “Contemporaneo” che voleva tagliare il cordone ombelicale con la Civiltà a cui apparteniamo, una Civiltà che oggi noi stessi sappiamo solo accusare di “colonialismo”, scambiando l’Umanesimo stesso per una forma di colonizzazione come è avvenuto invece con la “Cultura di Massa”. Roberto Rossellini, raccogliendo il testimone dai grandi enciclopedisti voleva creare lui un sistema enciclopedico a più livelli e aperto, implementabile e centrifugo, capace di stimolare la conoscenza di oggetti esterni ad esso e di far viaggiare i suoi fruitori non tanto nella sua stessa opera quanto in quella degli autori di cui la propria opera parlava. Noi abbiamo raccolto tutto il materiale su cui stava lavorando Rossellini, e altro ancora che stiamo raccogliendo per ricostruire la sua biblioteca ideale e per completare quello che purtroppo non è stato realizzato.
Un altro archivio che custodiamo e che intendiamo valorizzare a scopo formativo riguarda l’opera del grande antropologo Alberto Mario Cirese, che con noi, ancora in vita, aveva avviato il progetto di un «manuale metodologico reticolare di scienze demo-etno-antropologiche» che collegasse tra loro tutti i suoi studi, quelli dei suoi maestri (soprattutto epistemologi, logici) e quelli degli antropologi di cui lui stesso aveva preso in esame il metodo di studio.
Il Manuale è basato sulla reticolarizzazione dei suoi studi, anzi dei suoi metastudi cioè studi su come si studia la materia antropologica. Perciò per esso abbiamo indicizzato la sua Biblioteca ideale e materiale. Lo stesso Cirese ha contribuito, ancora in vita a digitalizzare lui stesso il suo Archivio per lasciarci un giacimento di documenti organizzati da cui trarre il materiale per il Manuale.
Parte dei nostri archivi riguarda la «narrazione per l’infanzia», in particolare quegli autori che hanno trasformato la tradizione fiabistica nelle opere immortali con cui l’hanno riscritta. Oltre alle raccolte di fiabe di tradizione orale provenienti da tutto il mondo, abbiamo creato un archivio dedicato ad Antoine De Saint-Exupéry, uno dedicato a Carlo Collodi, uno a James Barrie, uno a Jean e Laurent De Brunhoff, uno a Lewis Carroll, uno a Beatrix Potter, uno a Alan Alexander Milne, uno a Walt Disney e ai suoi vecchi collaboratori. Una parte del Fondo dedicato alla narrazione per l’infanzia comprende i lavori dei più grandi illustratori di racconti per ragazzi, come Arthur Rackham e Edmund Dulac. E un’altra parte è dedicata alle «Botteghe del cinema di animazione», dalla Disney alla Pixar alla Aardman.
Tra gli Archivi che abbiamo creato negli anni vi è un vasto archivio shakespeariano, composto da molteplici edizioni, messe in scena, studi, fonti letterarie, etc. Grazie ad esso abbiamo potuto creare un Sistema di Studio Reticolare complesso come quello dedicato a Romeo and Juliet, che consente di esplorare le correlazioni implicite che legano questo capolavoro ad altri che condividono i medesimi principi di composizione e narrazione. In tal modo mentre esplicitiamo le affinità e le parentele tra l’opera di Shakespeare e quella di tanti altri autori autori su cui ha studiato Shakespeare o che da Shakespeare hanno appreso implicitamente o esplicitamente gli insegnamenti, invitiamo i fruitori a esplorare l’universo dei correlati presenti sia nel nostro Archivio sia in quello di altri Enti sia regolarmente in commercio nel Mercato Editoriale.
Un’altra parte dei nostri archivi è dedicata agli autori del Teatro Musicale, in particolare a Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Gioachino Rossini, Richard Wagner, Wofgang Amadeus Mozart, e al più grande regista di teatro musicale, Jean-Pierre Ponnelle.
Gli archivi del Teatro di Prosa comprendono un vasto Fondo dedicato all’opera shakespeariana, e altri dedicati a Eduardo de Filippo, a Molière e a Carlo Goldoni, a Edmond Rostand, a Oscar Wilde, a Harold Pinter.
Per quanto riguarda il cinema, i nostri più vasti e articolati archivi sono dedicati ai «Maestri dei Maestri» o altrimenti detti i “Maestri del Segreto perduto”. Negli anni siamo riusciti a raccogliere molti documenti (edizioni restaurate dei loro film, sceneggiature, progetti, note e studi, nonché le fonti letterarie) relativi all’opera di Ernst Lubitsch, di Charlie Chaplin, di Alfred Hitchcock, di Wilhelm Murnau, di Max Ophuls, di Frank Capra, di John Ford, di Orson Welles, di François Truffaut, di Billy Wilder, di René Clair, di Jacques Tati, di Ingmar Bergman, di John Cassavetes, di Krzysztof Kieślowski, e un archivio di opere di tutti gli autori che ne hanno appreso la lezione. Ad ognuno di questi archivi sono legati i nostri progetti di Sentieri Esplorativi e di Sistemi di Studio reticolare.
Un ulteriore Archivio raccoglie le opere di bravi autori che si sono cimentati nella «narrazione seriale audiovisiva»: da Stephen Poliakoff a Robert e Michelle King, da Aaron Sorkin a Steven Moffat.
Da venti anni lavoriamo al progetto “Truffaut-Hitchcock: la Conversazione ininterrotta sul cinema e attraverso il cinema”, che consiste nel ricavare un «Manuale reticolare di studio della narrazione audiovisiva» basato sull’opera insieme saggistica e narrativa dei due amici e Maestri.
Grazie all’aiuto di collaboratori di François Truffaut e in particolare uno studioso di cinema e amico del regista, chi ci ha incoraggiati e sostenuti nell’impresa – Vittorio Giacci – abbiamo potuto raccogliere negli anni un giacimento di documenti di varia natura che ricostruiscono il complesso rapporto diretto e indiretto tra l’opera di Alfred Hitchcock e quella di François Truffaut: non solo la famosa “Conversazione” pubblicata in forma di libro o attualmente distribuita (su Youtube) sotto forma di ore di registrazioni audio, ma anche l’enorme quantità di lettere, copioni annotati, saggi, interviste in cui i due autori-studiosi di cinema dialogano direttamente o a distanza intorno alle medesime questioni trattate anche ma non solo nell’intervista più famosa. Quell’intervista infatti non fu né la prima né l’unica, ma costituisce un tassello di un vero e proprio potenziale «manuale di studio della narrazione audiovisiva» che i due grandi registi avrebbero voluto comporre, negli anni, implementando, aggiornando, arricchendo le loro conversazioni, anche coinvolgendo altri autori e soprattutto correlando le loro riflessioni sul cinema alle opere in cui le soluzioni di cui parlano vengono applicate. Questi documenti se considerati uno ad uno potrebbero apparire persino di poco conto, soprattutto a chi cerca negli archivi documenti autografi originali. Ma già la quantità e la rarità dei documenti raccolti – provenienti da trasmissioni radiofoniche, interviste televisive, articoli per giornali, lettere personali, telegrammi, copioni annotati, sceneggiature, opere letterarie su cui loro hanno lavorato etc – costituirebbe nell’insieme un giacimento di documenti di grande valore studiare l’opera dei due autori. Ma l’eccezionale valore aggiunto sta nel fatto che dalla compresenza e dalla correlazione di quelle risorse siamo riusciti a costruire una serie di prototipi ipermediali che mostrano quanto di più si può apprendere inseguendo le connessioni profonde e implicite tra i documenti raccolti nell’Archivio, e come si possano scoprire gli effetti sia sull’opera saggistica che su quella artistica audiovisiva dei due autori, nati dalla la feconda interazione che essi hanno avuto in decenni di frequentazione diretta e indiretta.
Uno dei primi prototipi è stato realizzato quando ancora non era disponibile la rete Internet per uso privato. Eppure, lavorando offline con documenti digitali memorizzati su dischi letti da dispositivi collegati ad un semplice personal computer, cominciamo già a inanellare tutti i pezzi di questo complesso mosaico e a ricostruire quel manuale virtuale di narrazione audiovisiva che i due autori non riuscirono a realizzare, nell’Era Analogica, anche per questioni tecnologiche dovute alla difficoltà di connettere tra loro informazioni legate a differenti media. Pensate ad esempio alle difficoltà che incontrò François Truffaut nel cercare di pubblicare un libro in cui le immagini tratte dai film di Hitchcock corrispondessero ai punti del testo letterario in cui i due autori-studiosi ne parlavano. Pensate che questo avveniva ai tempi in cui i libri illustrati si impaginavano con le forbici e la colla. Ora ci basta che i documenti memorizzati nell’archivio e organizzati dalla Bibliomediateca in Sillogi siano linkabili dall’esterno in ogni parte essendo stati salvati in formati adatti allo scopo ed essendo stata aggiunta un’ancora invisibile ad ogni loro articolazione. I nostri Sistemi di Studio Reticolare possono raggiungere indirizzi fissi sulla rete e rappresentare così correlazioni implicite e indirette tra le parti di quei documenti di archivio, esplicitando i principi e le soluzioni autoriali che le legano.
Un altro progetto che ci ha impegnati sin dalla realizzazione dei primi prototipi di Sistemi Ipermediali riguarda l’opera di Ernst Lubitsch, che noi abbiamo trattato come un «sistema di variazioni interne ed esterne» particolarmente adatto per «estrarre» quegli insegnamenti immortali purtroppo ignorati dalle ultime generazioni di cineasti, che non conoscono i «Maestri dei Maestri» e non riescono più a fare arte con il cinema.
Non è stato affatto facile ricostruire l’Archivio di questo Autore perché solo di recente hanno restaurato e ristampato alcuni suoi film. Per anni ci siamo dovuti accontentare di copie sbiadite e tagliate, da cui tuttavia siamo riusciti a trarre il materiale necessario per realizzare un primo prototipo di sistema ipermediale e un libro a lui dedicato. La nostra ricerca, tutt’ora in corso, riguarda soprattutto il reperimento delle rare e preziose sceneggiature – frutto della collaborazione con commediografi e sceneggiatori come Samson Raphaelson – e le fonti letterarie e teatrali da cui nascono i suoi film, che portano nel cinema l’eredità della tradizione umanistica mitteleuropea. L’archivio comprende anche Operette e Opere musicali con cui l’opera di Lubitsch stabilisce interessantissime correlazioni, che aiutano a comprendere i principi universali della narrazione multiespressiva. Per fortuna siamo riusciti a raccogliere le nuove edizioni dei suoi film restaurati prima che divenissero reperibili solo nel mercato dell’usato e dell’antiquariato.
Il Sistema che noi abbiamo ideato e in parte sviluppato, grazie a tutte queste risorse, permette di identificare nei film di Lubitsch quei principi narrativi che lui ha appreso dai più grandi autori della tradizione umanistica, letteraria, teatrale e operistica, e che altri autori, cineasti che si considerano degnamente o indegnamente eredi della commedia sofisticata Lubitschiana, hanno solo riduttivamente imitato, leggendo superficialmente o peggio sovrainterpretando ideologicamente la sua opera.
A integrazione dell’archivio umanistico di Roberto Rossellini, la nostra Bibliomediateca contiene un archivio di manuali e testi teorico-metodologici di grandi scienziati, che ci hanno aiutato e ci aiutano ancora a «definire» i «principi metodologici» che identifichiamo nell’opera dei grandi artisti di cui ci occupiamo, o che ci aiutano a costruire l’«impianto metodologico reticolare» dei nostri «Sistemi di Fruizione e Studio Reticolare». Dai lavori dei grandi studiosi della narrazione a quelli di epistemologi, biologi, psicologi, logici matematici, la nostra Bibliomediateca mette a disposizione dei nostri collaboratori e apprendisti gli strumenti per riflettere sui presupposti metodologici del nostro lavoro. Oltre all’archivio Cirese, che comprende testi soprattutto di carattere metodologico ed epistemologico, abbiamo ricreato l’archivio di Juri Lotman, di Henri Laborit e di altri grandi scienziati che hanno dedicato i loro studi ad analizzare «come» apprendiamo, studiamo, narriamo, e ci hanno fornito preziosi spunti per capire come fare meglio il nostro lavoro.
Altri archivi custodiscono le opere dei grandi scrittori che adottiamo come «Maestri virtuali» nelle nostre lezioni e nei nostri Sistemi. Il nostro Archivio letterario custodisce e rende disponibili digitalmente le opere dei Maestri della più alta letteratura italiana ed europea e dei Maestri internazionali autori di capolavori immortali, come Omero, Boccaccio, Dante, Ludovico Ariosto, Alessandro Manzoni, Italo Calvino, Raymond Queneau, Stefan Zweig, Henry James, Karen Blixen, Lev Tolstoj, Charles Dickens, Victor Hugo.
Infine un parte dei nostri archivi comprende le opere di maestri della composizione visiva, da Leonardo Da Vinci a Caravaggio, da Paul Cézanne a Claude Monet, da Henri Matisse a Saul Steinberg, dei quali ci siamo occupati nelle nostre lezioni e nei nostri Sistemi.
Il valore dei nostri Archivi
Come forse già sapete, l’istituto MetaCultura, raccogliendo innumerevoli documenti di archivio in oltre quarant’anni di attività, è riuscito a creare una «Bibliomediateca di Arti Narrative e di Scienze Umane» che costituisce la materia su cui lavoriamo incessantemente per creare Strumenti di studio innovativi come i «Sistemi di Studio Reticolare». Grazie alla digitalizzazione delle risorse la Bibliomediateca comprende ora raccolte (Sillogi) sistematiche relative all’opera di grandi artisti autori di capolavori della narrazione, e di scienziati che hanno elaborato teorie e metodi che ci sono d’aiuto per poter trattare l’opera di quegli autori e ricavarne i principi con cui quelli stessi hanno creato le loro opere.
Parte degli archivi da cui abbiamo ricavato la Bibliomediateca ci è stata donata da autori o da altri studiosi che hanno affidato a noi il compito di trarre da quelle opere gli strumenti più adatti per trasmettere gli insegnamenti in esse racchiusi. In altri casi siamo stati noi – costretti dall’assenza di archivi articolati e accessibili relativi agli autori di cui ci occupavamo – a creare materialmente gli archivi su cui tuttora lavoriamo.
Il valore di tali archivi è solo in piccola parte dovuto alla natura autografa di alcuni documenti, come ad esempio i libri annotati da Roberto Rossellini, ma soprattutto è dovuto alla completezza dei documenti raccolti, anche quando non sono conservati sui supporti originali (lettere, manoscritti) ma sono conservati in più adeguate versioni digitali su memorie scrivibili che ci consentono di poterli restaurare, editare, impaginare (senza modificare i documenti originali analogici) e infine salvare in vari formati adatti alla fruizione e alla correlazione online.
Il valore dei nostri Archivi, ciò che li rende tanto preziosi per chi vuole studiare e apprendere la cultura umanistica, è dovuto
– in primo luogo alla digitalizzazione nonché all’editing, al restauro digitale dei documenti raccolti che li rende fruibili in condizioni migliori rispetto agli “originali” e inoltre indirettamente correlabili tra loro attraverso i nostri Sistemi di Studio.
– in secondo luogo alla rarità e all’esaustività dei documenti raccolti, in quanto gran parte di essi sono oggi comunque difficilmente reperibili (in qualunque formato analogico o digitale li si cerchi e si sia disposti a ottenerli) perché inediti o non più editi, e per la maggior parte non più distribuiti in edizioni commerciali.
– in terzo luogo alla ricostruzione della biblioteca ideale di questi autori, nonché agli innumerevoli documenti correlati che si sono raccolti per ciascuno di essi, come ad esempio le opere letterarie da cui sono tratti i loro capolavori, le riscritture e messinscena che ne sono state tratte etc.
Questi Archivi da soli costituirebbero un patrimonio documentale di interesse nazionale e internazionale. Correlati tra loro indirettamente, attraverso i nostri Sistemi di Studio Reticolare, essi costituiscono il complemento ideale per chiunque, con nostri Strumenti di Studio, voglia acquisire le competenze e le conoscenze necessarie per acquisire o completare la propria formazione umanistica e per occuparsi di propri allievi.
Quando tali archivi erano ancora collocati materialmente (in versione analogica o in versione digitale su disco) presso la nostra sede a Roma, noi – come Istituto MetaCultura e come fondazione Rossellini per lo Sviluppo del Pensiero Enciclopedico – fummo censiti dal Comune di Roma nel volume dedicato agli archivi di interesse culturale, artistico, e scientifico della città di Roma.
Ma questi archivi autoriali hanno acquistato maggior valore dal momento in cui li stiamo organizzando in una Bibliomediateca, formando «Sillogi virtuali» che favoriranno l’esplorazione dei vasti «territori multiespressivi dell’Arte narrativa in ogni sua forma» dopo che i nostri allievi avranno ricevuto importanti stimoli e insegnamenti metodologici nella nostra Scuola, per poter studiare a apprezzare maggiormente le qualità che tali documenti possiedono.
Ma il valore maggiore consiste per noi nel Servizio Formativo a cui contribuiscono gli archivi autoriali che abbiamo raccolto negli anni, o se preferite la valorizzazione a scopo educativo e formativo delle risorse in essi raccolti e organizzate dalla Biblioteca. L’investimento che noi facciamo da anni per incrementarli, editarli e digitalizzarli, e per renderli disponibili in formati fruibili e correlabili online, particolarmente adatti allo studio oltre che alla fruizione, ha senso per noi solo se comprende l’utilizzo che ne facciamo per le finalità statutarie dello stesso nostro Istituto. Ognuno di questi archivi è nato per essere trasformato da collezione di oggetti inerti e irrelati a Strumento di Studio delle straordinarie competenze di chi ha creato le opere in esso raccolte.
Abbiamo raccolto a caro prezzo quei documenti per poter trarre da essi dei nuovi sistemi di studio adatti per aiutare tanto lo studioso quanto lo studente tanto un autore quanto l’insegnante a ricavare dalle opere stesse i preziosi insegnamenti metodologici di chi le ha create e fatte funzionare.
Ci farebbe piacere che, in futuro, quando avremo correlato ai nostri archivi gli strumenti più adatti per studiare le opere in essi raccolte, quello stesso patrimonio di risorse possa essere messo a disposizione di studiosi, come noi, che sappiano trarne studi e sistemi di studio come i nostri. Ma quello che ci preoccupa maggiormente è che, insieme ad esso, siano messi a disposizione anche gli strumenti che stiamo creano da decenni, affinché i fruitori possano riconoscere, apprezzare, studiare le qualità di quelle opere che la maggior parte delle persone non è più in grado di cogliere e che quindi, anche avendole a disposizione, finirebbe per non fruire o per fruire così superficialmente da un accorgersi della fortuna ricevuta senza meritarla.
Molti anni fa l’allora Assessore alla cultura del Comune di Roma, Gianni Borgna, divenuto nostro ammiratore e sostenitore dopo un’iniziale diffidenza, vedendo quello che avevamo fatto sugli archivi Rossellini anni – archivi peraltro assai poco «cinematografici», in quanto raccoglievano e collegavano opere artistiche e scientifiche dei grandi umanisti del passato di cui Rossellini voleva essere il cantore creando una sorta di rete enciclopedica a più livelli – ci propose di offrire un servizio articolato per la cittadinanza di Roma. Avevamo già in mente il nome: “La Casa degli Umanisti”, che si sarebbe unita alle tante “Case” che erano state istituite nella città per creare luoghi di ritrovo per estimatori. Si trattava soltanto di individuare uno spazio, possibilmente presso una Biblioteca pubblica, da dedicare a questo nuovo servizio che si sarebbe aggiunto ai servizi offerte dalle Biblioteche, dagli Archivi, dalle Fondazioni e dai Musei della città. Avrebbe dovuto essere insieme un luogo fisico, dove raccogliere, curare, implementare archivi umanistici come quelli che da noi – e prima di noi da Roberto Rossellini – erano stati raccolti e in parte già digitalizzati, per renderli disponibili in una forma di Bibliomediateca on-line per studiosi della tradizione umanistica in tutte le forme, artistiche scientifiche. Ma sarebbe stato anche un luogo dove con finanziamenti del Comune e di altri Enti locali e Statali avremmo potuto sviluppare Sistemi di Studio proprio come quello che avevamo iniziato a sviluppare riguardo l’opera e il progetto polienciclopedico incompiuto di Roberto Rossellini. Sarebbe stato anche un luogo dove avremmo potuto insegnare a progettare e sviluppare i Sistemi di Studio Reticolare. Avremmo ricreato una Bottega umanistica, una Scuola e insieme un Laboratorio in un unico spazio fisico ma anche virtuale on-line, dove umanisti e aspiranti umanisti dell’Era digitale avrebbero potuto collaborare insieme a noi a creare gli strumenti del futuro per studiare e continuare la Tradizione Umanistica. Lì avrebbero potuto formarsi studenti e studiosi di tutto il mondo, e da lì avremmo potuto diffondere e distribuire i risultati del nostro lavoro e quello di altri studiosi che con le loro ricerche e i loro progetti avrebbero contribuito ad arricchire le risorse e gli strumenti messi a disposizione dalla “Casa degli Umanisti”. Questo progetto si arenò con la morte di Gianni Borgna e con uno dei tanti cambi al vertice degli Enti che si sono avvicendati a sostenerci solo a parole. Abbiamo riproposto lo stesso progetto a più Enti Locali, Comuni, Regioni, Università, Dipartimenti soprattutto di Scienze Umane, Arti e Spettacolo, Teatri di prosa e Teatri Musicali, tutti interessati, a parole, a incrementare i propri servizi educativi e formativi e tutti depositari di Archivi di interesse nazionale, sottoutilizzati e non valorizzati, che avrebbero potuto avvalersi del nostro Servizio. Siamo spesso arrivati anche vicini a delle vere e proprie convenzioni, ma l’incomprensione dei vertici istituzionali ha sempre reso impossibile concludere l’accordo, o perché ci veniva detto che non c’erano comunque fondi per sostenere questo tipo di iniziative, o perché non eravamo “accreditati” tra “i soggetti locali” che potevano proporre simili progetti, o perché ci veniva richiesto di cedere gli archivi e di rinunciare a continuare il nostri lavori su di essi, lasciando che quelle preziose risorse finissero nei depositi dell’Ente per diventare in futuro materiali confusi tra gli altri destinati alla consultazione di singoli documenti da parte di qualche studente per una tesi o di qualche giornalista in cerca di citazioni per avvalorare un suo articolo.
Purtroppo l’idea Umanistica di creare un nuovo servizio che integri tra loro le funzioni di Biblioteca, Scuola, Laboratorio, Bottega, non ha più trovato, dopo Gianni Borgna, altri interlocutori illuminati per poterla realizzare insieme.
I nostri archivi dovrebbero servire a studiosi, autori e didatti, come noi e da noi formati, che sappiano trarre da essi nuovi Sistemi di Studio Reticolari adatti per favorire la conoscenza di quegli oggetti di studio che, altrimenti, se rimanessero irrelati, finirebbero per interessare soltanto poche persone che peraltro ne coglierebbero solo poche e superficiali qualità.
Il valore – o meglio dovremmo dire il «valore aggiunto» – di questi Archivi sta proprio nei «Sistemi di Studio Reticolare» che integrano e trasformano le risorse documentali da oggetti irrelati a nodi correlati, per consentire agli utenti dei Sistemi di cogliere le relazioni implicite tra tutti i documenti virtualmente correlati al Sistema, persino con quelli presenti in Archivi di altre Istituzioni (purché siano resi disponibili con indirizzi e formati accessibili on-line) che non intendiamo di certo replicare e duplicare all’interno dei nostri Archivi.
Il tipo di convenzione che tuttora vorremmo istituire con Partner capaci di comprendere e apprezzare i nostri progetti prevede la possibilità di condividere i nostri Archivi con quelli degli Enti Partner e di renderli disponibili anche per i loro utenti. In tal caso gli Archivi potrebbero essere implementati proprio attraverso tale collaborazione.
La convenzione prevede anche che anche i nostri Sistemi di Studio Reticolare vengano messi a disposizione di tutti gli utenti, nostri e dei nostri Partner. In questo modo i loro operatori, il loro pubblico, i loro studenti potrebbero, attraverso i nostri Sistemi di Studio, imparare a cogliere il valore dei documenti presenti negli Archivi come pure di quelli regolarmente in commercio sul Mercato Editoriale o fruibili sulle Piattaforme Online. In questo senso la correlazione tra gli Archivi e i nostri Sistemi valorizza e promuove la conoscenza di opere d’arte diffuse su tutto il territorio, nazionale e internazionale, da quelle fruibili nei Musei e nei circuiti delle Istituzioni Culturali a quelle pubblicate e ancora in commercio quanto e a quelle depositate presso Archivi Storici e Biblioteche.
Al momento noi siamo un Istituto di ricerca che autonomamente, con le proprie forze, offre i propri servizi alle istituzioni culturali educative presenti sul nostro territorio o in ambito internazionale.
Ma a noi farebbe piacere che la nostra attività, i nostri Archivi e i nostri Sistemi di Studio entrassero a far parte di un lungimirante Progetto culturale e educativo che ci consenta di mettere a disposizione del massimo numero di utenti sia quello che abbiamo raccolto sia quello che abbiamo realizzato e stiamo realizzando lavorando su di esso.
Lavorando su tutti questi archivi e trasformandoli in Sistemi di studio delle straordinarie competenze degli autori che hanno creato quei piccoli o grandi capolavori stiamo cercando di dar voce a quegli autori in forma virtuale, rendendoli nuovamente capaci di insegnare alle nuove generazioni in veste di maestri di bottega virtuali e utilizzando la loro stessa opera come materia esemplare per apprendere gli insegnamenti racchiusi in essa.
Per quanto ciascuno di questi documenti possieda un proprio valore, ciò che rende tali archivi particolarmente importanti è il valore delle relazioni che noi pazientemente scopriamo e rendiamo esplicite rappresentandole e argomentandole nei nostri Sistemi di Studio. Per ognuno di questi Archivi stiamo infatti costruendo un Sistema di Studio che aiuti a scoprirne le qualità di quelle opere che oggi neppure gli studiosi accademici – che non si sono formati presso gli autori di quelle stesse opere – sono in grado di cogliere.
Per questo i nostri iperautori, lavorando su tali archivi, possono apprezzarne appieno le qualità. Ma noi non vogliamo che questo rimanga un privilegio solo per chi collabora con noi. Il nostro obiettivo è quello di diffondere tanto la conoscenza degli oggetti di studio quanto quella dei nostri strumenti di studio per poter apprezzare maggiormente quegli oggetti di studio. Ma solo grazie a Sistemi come quelli che stiamo costruendo, questi potenziali oggetti di studio potranno costituire la materia adeguata per apprendere ed esercitare capacità elaborative e analitiche da parte di tutti i nostri allievi che vorranno consultarli e da parte dei loro stessi cari e allievi a cui vorranno far scoprire la ricchezza racchiusi in quei tesori con l’ausilio di sistemi fatti apposta per consentire anche a un semplice utente di studiare scena per scena e da una molteplicità di prospettive questi capolavori dell’umanità.
Perciò, oltre alla possibilità di collaborare con il nostro Istituto, sia per aiutarci a creare nuovi Sistemi di Studio sia per poter fruire di questi capolavori, avete anche la possibilità di aiutarci a rendere di dominio pubblico il nostro lavoro, diventando nostri partner istituzionali o aiutandoci a di trovare nuovi partner istituzionali per far conoscere sia la ricchezza dei tesori presenti nel nostro archivio che gli strumenti per poterli apprezzare.